Spesso sentiamo parlare genericamente di “punturine” per ringiovanire il viso senza sapere che esistono delle differenze fra i vari trattamenti di medicina estetica. La Dottoressa Sara Egidi, specialista in chirurgia maxillo facciale e medico estetico, nonché direttore sanitario di Sabina Medica ci spiega in particolare la differenza tra BOTOX, FILLER E BIOSTIMOLAZIONE, trattamenti gettonatissimi presso il poliambulatorio  di Palombara dove la medicina estetica è una branca sempre più apprezzata dagli utenti. Merito del connubio vincente fra professionalità e metodiche all’avanguardia.

 Botox , filler e biostimolazione spesso vengono confusi perché tutti e tre prevedono l’uso di microaghi ma hanno un’efficacia e finalità diverse. Ci spiega  la differenza? 

Il filler, come dice il termine stesso, ha finalità riempitive (filler in inglese vuol dire riempire). Parliamo in particolare del filler di acido ialuronico cross-linkato che riesce in maniera eccellente a donare turgore agli zigomi, morbidezza al mento e più volume alle labbra. Con la biostimolazione andiamo invece ad iniettare un diverso tipo di acido ialuronico che non è cross linkato e che, in abbinamento  ad altre sostanze come amminoacidi, vitamine silicio organico e altri oligoelementi , permette di apportare un meraviglioso effetto rivitalizzante a tutta la  pelle del viso nel suo strato profondo.  Ecco perché si usa   farlo in alternativa ma anche in  abbinamento al filler: in questo caso si può fare  prima, come preparazione, oppure dopo per valorizzare in maniera globale il ringiovanimento del viso.

La finalità del botox, invece, qual è ?

Il botox o tossina botulinica ha un effetto distensivo e serve per trattare nello specifico il terzo superiore del volto e cioè le rughe della fronte e del contorno occhi. Si usa anche nel rimodellamento di alcune parti del volto come potrebbe essere l’innalzamento del sopracciglio.

C’è un’alternativa ai trattamenti con ago  per ottenere un efficace risultato antietà?   

Tra le tecnologie a disposizione più indicate in tal caso  c’è la radiofrequenza medicale che  stimola la pelle a sviluppare nuovo collagene e fibroblasti e ridona vitalità, lucentezza e tonicità.

Si sente parlare spesso di radiofrequenza  anche dall’estetista. In cosa differisce la radiofrequenza medicale rispetto al trattamento che un centro estetico non può effettuare?

La radiofrequenza medicale lavora impiegando livelli energetici maggiori rispetto a quelli stabiliti  per un macchinario estetico, per l’utilizzo dei quali è necessaria la supervisione di un medico affinché non si verifichino danni per il paziente.

 Dott.ssa Egidi, come descriverebbe oggi l’approccio delle persone rispetto alla medicina estetica?

Negli ultimi anni è decisamente aumentato l’interesse per la medicina estetica anche perché  si è ampliato notevolmente il ventaglio dei trattamenti e dei prodotti offerti  che consentono di ottenere ottimi risultati in maniera soft e cioè senza dover ricorrere ad  interventi di chirurgia.  Nel tempo è cambiato anche   l’obiettivo delle persone, non più concentrato su importanti cambiamenti di una singola area del volto quanto  sul miglioramento armonioso dell’aspetto.  L’obiettivo del medico estetico in questo senso deve essere  quello di far tornare la persona  indietro di qualche anno, migliorando l’intera estetica del viso in modo naturale.

In che modo l’equipe  di Sabina Medica raggiunge questo obiettivo?

Partendo da un approccio total face, che non si concentra cioè sul trattamento della singola ruga o del singolo difetto,  la peculiarità della nostra medicina estetica è ricostituire i naturali volumi del viso e migliorare la trama cutanea in generale, senza stravolgere le caratteristiche di ogni singola paziente.  In sede di consulenza consigliamo le tecniche più appropriate al singolo caso.